L’IRECA — Istituto di Ricerca sull’Energia Cosmica Applicata svolge ricerche, attualizza, sviluppa e diffonde le antiche tecniche turche (che sono state rivitalizzate negli altopiani dell'Anatolia) che hanno contribuito al miglioramento delle conoscenze sull’uso dell’energia cosmica a fini terapeutici.
Lo scopo dei trattamenti energetici è quello di far funzionare l'organismo in modo più armonioso, ed eventualmente di permettere al corpo di autoguarirsi. Questa Energia Universale, o Energia Cosmica, è simile al Prana degli indiani, al KI dei giapponesi e al Chi dei cinesi. La parola Energia deriva dal greco ergon (lavoro); il termine nerges significa "attivo", è qualcosa che agisce, che crea continuamente, che si muove.
Le tecniche sono molto antiche; la loro origine si perde nella notte dei tempi: sappiamo che erano praticate nel Tibet già 5000 anni fa, ma in effetti sono più antiche di quell’epoca. E una sorta di superyoga; diciamo che questo insegnamento si è un po' perso ed è apparso in questa sua nuova forma alla fine del XIX secolo poiché si è verificata la situazione adatta perché fosse trasmesso a un numero maggiore di persone, senza distinzione di razza, di cultura, né di religione; senza privilegiare élite di alcun tipo. Tutte le persone, se lo desiderano, possono accedere a questo insegnamento che fornisce lo strumento necessario per essere canale di questa Energia e consente di accrescere la vostra vitalità, la vostra resistenza, apportando al vostro corpo un aiuto energetico; questo non vuol dire che non avrete più dei malesseri o delle malattie, potrete però agire su malesseri maligni o passeggeri e potrete anche trasmettere questa energia alle persone vicine. Applicando l’energia in determinati “punti” del corpo umano, i “centri energetici”, veri e propri recettori di energia, si agisce contemporaneamente sul piano fisico e psichico. Infatti a ogni centro energetico corrisponde un organo specifico e una particolare “qualità” psichica: la loro disarmonia determina dapprima l’affievolirsi della “qualità” per poi arrivare alla malattia fisica.